PERCHÉ È BELLO NON ANDARE IN VACANZA
di
Mitì Vigliero Lami


 

Quest'anno il 65% degli italiani non andrà in ferie; nel nord prevalentemente per motivi di lavoro, al sud per problemi economici. Comunque sia, è una buona scelta: chi l'ha detto che uno, d'estate, debba andarsene per forza in vacanza? Sta scritto da qualche parte? È un obbligo sociale?

Durante le ferie non ci si distrae mai veramente: se uno ha grane di lavoro se le porta mentalmente dietro anche al Club Mediterranée, così resta sempre coi musi o ancorato al cellulare per tentare di risolverle da lontano. Inoltre in vacanza esplodono più facilmente le crisi di coppia a causa di gelosie o semplicemente perché uno voleva andare al mare e l'altro sui monti; indubbiamente in una città deserta vi sono meno tentazioni e di certo è molto meglio litigare liberamente nel proprio salotto o eliminare i dilemmi locativi semplicemente standosene fermi. E si, vabbé, in città restano pochi negozi aperti; ma esistono i supermercati, basta fare scorta come i genovesi nei giorni dei G8. Nei luoghi di villeggiatura invece i negozi sono strapieni e perché uno magari appena tornato sudato, sporco, stravolto da spiaggia o scampagnate sui bricchi sognando una doccia, deve farsi una coda di due ore solo per comprare un chilo di pane? Per una donna andare in vacanza nella "seconda casa" vuol dire non riposarsi affatto perché deve cucinare, lavare, stirare, pulire esattamente come fa in città: di solito le seconde case sono meno organizzate della prima, non c'è la lavapiatti, làtita la lucidatrice, e sai che bello fare la serva pure lì. Sì, certo, negli alberghi si sta più comodi, però è anche più facile non trovarsi a proprio agio (stanze rumorose, troppo calde, armadi minuscoli, cibo mediocre) o sopportare convivenze semi obbligate con persone antipatiche o rompiballe.

Inoltre le ferie sono dannose alla salute. Tutti i dietologi vi parleranno per ore dell'alimentazione errata e squilibrata cui tutti i vacanzieri si sottopongono, tornando a casa più grassi e con il pancino in disordine. Anche starsene troppo al sole fa male; favorisce i melanomi, ci si scotta, ci si spela, la pelle s'inaridisce, vengono le rughe; guardatele bene le facce dei sempre abbronzati ultraquarantenni: sembrano di cuoio come quella di un vecchio apache. Se i costumi da bagno in nylon uniti al sudore, all'acqua di mare e alla sabbia provocano eczemi da contatto, vivere immersi nella natura fra prati e erbe cagiona spessissimo, nei metropolitani abituati al cemento, congiuntiviti e allergie respiratorie; sorvolo su altre malattie "del gatto" determinate dall'iperattività sessuale favorita dall'incosciente clima vacanziero. E in mare ci sono le meduse, tra le rocce le vipere, ovunque gli insetti: chi se ne va in ferie su favolose spiagge del centro-sud America è quasi certo che si becchi la migrans, una larva schifosa che entra nella pelle e vi cammina lasciando una lunga scia rossa. Ma anche gli insetti nostrani non scherzano e si sa che essere morsicati da una zanzara a Milano urta psicologicamente meno che esserlo da una rapallina. Infine non è mica vero che in vacanza ci si rilassa e riposa, anzi; la smania del divertimento a tutti i costi costringe a spostamenti massacranti e orari incredibili per vedere tutto o sfruttare ogni luogo ludico a disposizione, col risultato che uno torna in città a lavorare più stanco e nevrotico di prima. Quindi fate benissimo a restarvene in città; e ora scusate, ma devo scappare, sennò perdo il traghetto per Camogli.



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